domenica 13 giugno 2010

Nel paese delle pulcette




Beatrice Alemagna ci regala un altro piccolo capolavoro: un libro che i bambini ameranno incondizionatamente, per la sua capacità di parlare di temi grandi con immagini e parole di sicuro ed immediato effetto.


C'è un materasso, in fondo al giardino, dove le pulcette abitano da tanti anni, ognuna nel proprio buchino. E per la prima volta, in occasione del compleanno della pulcetta grassa, stanno per incontrarsi.


Ma il primo approccio non sarà dei più facili: la pulcetta grassa è sorpresa, nessuna delle invitate le somiglia.


E così, in un continuo gioco di rimandi che ci ricorda le filastrocche a catena, la domanda iniziale "Perchè sei fatta così?", torna a chi per prima l'aveva posta, costringendola a riconoscerne l'assurdità.



ALEMAGNA B., Nel paese delle pulcette, Phaidon

domenica 3 gennaio 2010

neologismo per il nuovo anno

Ieri mia figlia ha affermato:
- Quelli che bevono vino sono ubriachi, noi siamo LIBRIACHE.
Per questo 2010 auguro a tutti di libriacarsi tanto.

venerdì 23 gennaio 2009

Federico



Ha uno sguardo tenero il topo Federico che ci guarda dalla copertina. Un mezzo sorriso, gli occhi socchiusi, un lungo papavero tra le zampe. Sbuca da dietro due sassi, quasi a scusarsi d'esser lì.

E' un topo all'apparenza sfaticato, che, mentre i compagni lavorano e accumulano provviste per l'inverno, se ne sta in disparte con lo sguardo lontano e assorto.

Ma quando gli altri lo rimprovereranno per la sua inadeguatezza, spiegherà molto semplicemente che sta raccogliendo i raggi del sole, i colori e le parole per un inverno freddo, grigio, e in cui si resterà senza nulla da dirsi.

Un inno alla poesia, in un mondo dominato dal fare.

Come incomincia:

"Lungo il prato, dove un tempo pascolavano le mucche, c'era un vecchio muro.

Fra le pietre del muro, vicino al granaio, cinque allegri topi di campagna avevano costruito la loro casa.

Ma quando i contadini avevano abbandonato la fattoria, il granaio era rimasto vuoto. L'inverno si avvicinava e i topolini dovettero pensare alle scorte. Giorno e notte si davano da fare a raccogliere grano e noci, fieno e bacche. Lavoravano tutti. Tutti tranne Federico."

LIONNI L., Federico, Babalibri

domenica 4 gennaio 2009

Buon anno con... Il mostro peloso




Mi piace cominciare l'anno nuovo con l'immagine di un libro vecchio, usurato, che porta nella copertina, e nelle pagine, i segni del tempo. Mi piace pensare che sia come me, come noi, che ci portiamo addosso ogni segno, ogni ferita, ogni felicità, sulla pelle, negli occhi, nel cuore.

Il mostro peloso è IL LIBRO dell'infanzia di mio figlio, oggi diciottenne. A quattro anni lo sapeva a memoria, e mentre io sfogliavo le pagine, lui lo raccontava.

E' un libro speciale: intanto perchè privo di grandi insegnamenti. Non sono affatto dell'idea che i libri, e soprattutto i libri per ragazzi, debbano necessariamente essere educativi. Appartengo alla scuola di Roald Dahl: il piacere della lettura sitrasmette anche attraverso l'irriverenza, un po' di sana trasgressione, un occhio critico e lucido nei confronti di quel mondo adulto che circonda, e talvolta soffoca, i bambini.

Il mostro peloso è tutto questo: potere ai piccoli! Il re adulto fa una ben misera figura, al cospetto di questo mostro ripugnante, e scambia la sua libertà con la prigionia di un altro. E quest'altro sarà proprio sua figlia, la piccola Lucilla, per nulla intimorita dalla bruttezza e dalla malvagità del mostro. Le sue rime la renderanno libera (potere della parola), e renderanno libero lo stesso mostro.

Come incomincia:

“Nel bel mezzo di una foresta fitta fitta, in una caverna umida e buia, viveva un mostro peloso. Era assolutamente ripugnante: la sua testa era enorme, e da essa uscivano direttamente due piedini piccolissimi. Per questo motivi non riusciva quasi a camminare, e se ne stava sempre nella sua caverna.”

BICHONNIER H. – PEF, Il mostro peloso, Ed. E.Elle

mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale




"Era la vigilia di Natale, a Betlemme, e la Stella era ancora bassa a oriente, e un'arpa mandava accordi, musica verso le stelle. Il bambino era ancora un bambino fra le braccia della madre, e la Croce non c'era ancora, e duemila anni erano svaniti dissolti nel cielo stellato."


Eric Malpass Alle sette del mattino il mondo è ancora in ordine
Non ho trovato parole migliori per augurarvi buon Natale

A presto

martedì 23 dicembre 2008

piccolo blu e piccolo giallo



E' di una semplicità disarmante questo libro; e come tutte le cose semplici, prezioso.

Un piccolo cerchio blu (potrebbe essere una macchia di colore, o un pezzo di carta velina strappato in questa forma), i suoi genitori, i suoi molti amici, e soprattutto il suo migliore amico, piccolo giallo. Insieme si nascondono, corrono e saltano.

Un giorno piccolo blu cerca piccolo giallo per ogni dove, e quando lo trova si abbracciano così forte che...

Come incomincia:

"Questo è piccolo blu. Eccolo a casa con mamma blu e papà blu.

Piccolo blu ha molti amici ma il suo miglior amico è piccolo giallo che abita nella casa di fronte.

Come si divertono a giocare a nascondersi e al girotondo!

In classe devono stare fermi e composti ma dopo la scuola corrono e saltano.

LIONNI L., piccolo blu e piccolo giallo, Babalibri

domenica 21 dicembre 2008

Chi me l'ha fatta in testa?



Non solo ho il libro, che credo abbia ormai più di dieci anni; abbiamo anche il pupazzo di Piccola Talpa, la protagonista, con tanto di cacca in testa.
Sì, perchè naturalmente proprio di cacca si parla, anche se il termine specifico non viene mai espressamente nominato.
Negli ultimi anni altri autori e altre case editrici si sono buttate sull'argomento, che forse fa storcere il naso a qualche adulto, ma tanto successo riscuote presso i bambini di tutte le età: ma nessuno l'ha fatto con l'arguzia e il garbo di Holzwarth e Erlbruch.

Una sera la piccola Talpa mette la testa fuori dalla tana, quando succede l’irreparabile.
Chi sarà il responsabile? E come vendicarsi?

Come incomincia:

“Una sera quando, come al solito, la piccola Talpa mise la testa fuori dalla tana per controllare se il sole se n’era andato, ecco cosa successe: era rotondo e marrone – pareva un po’ una salsiccia – e il peggio fu che le cadde proprio in testa – splic.”

HOLZWARTH W. E ERLBRUCH W., Chi me l’ha fatta in testa?, Salani editore